L’altra sera, la notte di San Lorenzo, seduta sul dondolo del mio balconcino mi dondolavo pigramente con un piede in giù e guardavo il cielo, in attesa di una stella cadente. Pensavo che tanti stavano facendo lo stesso. Quanti occhi attenti a scrutare il buio, trepidanti, in attesa di quel fatuo scintillio cui affidare i più intimi desideri.
Mi pareva quasi di sentire la gente sulle spiagge, sulle panchine all’aperto, una ad una, sussurrare… “Voglio rivederla… Vorrei trovare il vero amore… Desidero un bambino… Mi piacerebbe un abbraccio fraterno… Un lavoro sicuro… Voglio che lui guarisca…”
Mi sembrava di percepirne il brusio, come quando si sta al teatro in attesa che lo spettacolo cominci…E finalmente, la prima stella cadente non si è fatta attendere. Si sentiva esplodere l’entusiasmo della gente: “Ecco vedi, l’ho vista!!!!!… Eccola lì, presto, presto esprimi il desiderio!” E così quasi li vedevo, andare a letto contenti, perché quando c’è speranza c’è vita, e non il contrario. La speranza che tutto cambi è un preludio di felicità.
Mentre anch’io stavo per andare a dormire, mi sono accorta che nel balcone difronte al mio, era arrivato un bebè… Sentivo quel pianto inconfondibile di neonato, percepivo distintamente l’andirivieni da una stanza all’altra per calmare un pianto inconsolabile, il tipico trafficare notturno e ansioso da genitori alle prime armi, rumori di cucina e stoviglie. Ho pensato “Tipica notte di sbattimento da neo genitori…”
Poi più nulla. Si sarà addormentato. Menomale…
Il giorno dopo, mentre entro in macchina ho incontrato tutta la famigliola. La coppia si era trasferita l’anno scorso. Faccio un cenno con la testa per salutarli e loro si avvicinano: “L’abbiamo disturbata, signora l’altra sera? Scusi…le coliche…!” Io rispondo: “No, assolutamente. Auguri per il nuovo arrivato. Che tenero, come si chiama?” “Lorenzo!” “Ah! Buon onomastico appena trascorso allora, come mai questo nome?” Indugio coi convenevoli… “Perché l’anno scorso, proprio a San Lorenzo, una stella cadente esaudì il nostro desiderio di avere un figlio!” “Che bello, che emozione!” “Sì – disse la neo-mamma – un desiderio arrivato all’orecchio dell’universo, esaudito da un suo pigro cenno di assenso, come un imperatore romano col suo pollice verso ai suoi gladiatori… ma pur sempre esaudito.”
Lisa Coccioli
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