All’interno della famiglia vi è una ridistribuzione dei ruoli in relazione all’invecchiamento dei genitori: se in una fase iniziale del ciclo di vita della famiglia la relazione genitori-figli era asimmetrica, in quanto i primi si prendevano cura dei secondi, in questa fase vi è un inversione dei ruoli. La psicologa Eugenia Scabini definisce l’ultima fase del ciclo di vita della famiglia come “famiglia con genitori anziani”. L’obiettivo principale è la trasmissione dell’eredità spirituale e materiale della famiglia dalla generazione più anziana a quella più giovane.
I principali compiti di sviluppo della coppia anziana in famiglia riguardano:
1. L’essere presenti nella vita dei nipoti.
Finalmente i nonni si possono permettere di fare con i nipoti quello che non hanno potuto fare con i figli, ossia goderseli! Non hanno obblighi educativi, in quanto la parte normativa spetta ai genitori e quindi possono “viziarli” (entro i limiti si spera) e hanno del tempo da passare assieme a loro, cosa che non hanno potuto fare con i figli perchè erano a lavorare.
2. Riconoscere ai figli il ruolo genitoriale.
La ruota della vita gira e i nonni vedono i propri figli crescere, diventare adulti e a loro volta genitori, è importante che sappiano riconoscere ai propri figli la competenza genitoriale e che non si sostituiscano a loro nella crescita dei nipoti. Dal momento che il primo permesso che ognuno di noi ritiene importante è quello dei propri genitori, essere riconosciuti dai propri genitori come buoni genitori, è il primo passo per esserlo veramente.
3. Investire sulla relazione di coppia.
Dopo una vita passata a correre fra lavoro e famiglia, finalmente si può rallentare e godersi il tempo libero. Se si è riusciti a mantenere la complicità di coppia è arrivato il momento per godersi qualche viaggio, occuparsi dei nipoti e degli hobbies insieme e regalarsi qualche coccola in più.
4. Affrontare il pensionamento o comunque la fine della vita lavorativa.
Non sempre è facile entrare nell’ottica di “non essere più produttivi” quando si è passata una vita a lavorare, ma forse è arrivato il tempo di lavorare per se stessi. Passata la crisi del post-pensionamento è ora di godere delle cose che non si è mai avuto il tempo di fare!
5. Affrontare la malattia del partner anche con l’aiuto dei figli.
Molto spesso nella terza età fanno capolino quelle patologie legate agli anni quali Alzheimer, Parkinson, malattie cardiovascolari, etc… sono malattie magari lunghe e degenerative. Purtroppo non possiamo fare nulla per evitarle, ma possiamo accompagnare il partner e sostenerlo, essere sempre al suo fianco anche “in malattia”, fa parte della vita e dobbiamo metterlo in conto. È proprio per questo che non dovremmo mai dimenticare di vivere ogni giorno appieno.
6. Affrontare la morte del partner assieme ai figli.
Con il passare degli anni il pensiero della morte è sempre più vicino, molto spesso si cerca di evitarlo, ma la cosa migliore sarebbe quella di prepararsi a quell’inevitabile momento, cercando di essere il più sereni possibili e consci di aver avuto una buona vita. Questa è la garanzia migliore per avere una buona morte. Il partner che rimane solo deve reinventarsi ed inevitabilmente si spegne un po’: avere i familiari vicini assicura quella rete di sostegno necessaria per dare ancora senso alla vita.
In riferimento alla famiglia d’origine, i figli devono accettare di assistere i genitori nel caso di malattia o disabilità, condividere la sofferenza della malattia o della morte dei genitori, reinvestire in obiettivi vitali, con quanto appreso dai propri genitori.
Che cosa accade dentro la coppia quando uno dei genitori (o entrambi) vive in casa?
Il tempo è uno dei fattori principali quando si parla di convivenza fra generazioni. Una cosa è una coppia che convive da sempre con uno o più genitori, un’altra è quando la convivenza è limitata nel tempo. Prendiamo in considerazione i diversi casi:
- la coppia convive con il/i genitore/i perchè non ha le possibilità economiche per vivere in un’altra abitazione o per scelta. Se la situazione non è temporanea o non c’è un clima di accordo fra le parti, questa condizione può segnare pesantemente la relazione di coppia, in quanto non ci sono dei confini precisi tra generazioni e non c’è uno svincolo dalla famiglia d’origine. La presenza e, in alcuni casi, l’intromissione continua di terze persone nella vita di coppia, spesso produce nel partner “non figlio”, una profonda frustrazione che può portare a stati depressivi e alla separazione.
- la coppia convive temporaneamente con un genitore. Nei casi più frequenti, questo può accadere se uno dei genitori vive lontano dalla coppia e ogni tanto va a passare dei periodi a casa della coppia, oppure per motivi lavorativi, o ancora durante un trasloco o un momento difficile (ad es. lutto, separazione), oppure per malattia. Ciò che conta è la temporaneità della convivenza ed il motivo per cui questo avviene. Il tempo limitato di convivenza fa sì che si possa apprezzare la presenza dell’altro senza andare in sofferenza, o quand’anche uno dei due coniugi non fosse contento, sa che deve sopportare solo per un periodo. Se il motivo è positivo (ad es. una vacanza, un trasloco, etc…) tutta la famiglia può godere di un mood allegro, se invece il motivo è negativo (lutto, separazione, malattia, etc…) allora tutta la famiglia subirà un momento di stop nel proprio trascorrere quotidiano per occuparsi della situazione.
Avere un genitore autosufficiente in casa può diventare un valido sostegno quando la coppia ha dei figli. Il nonno è un supporto fondamentale nell’aiutare sia nelle faccende domestiche che nella gestione dei nipoti, soprattutto quando sono piccoli. Quando invece il genitore non fosse autosufficiente possono crearsi situazioni pesanti, anche perchè di solito il carico dell’anziano non autosufficiente è quasi totalmente sulle spalle della donna, sia quando si tratti dei suoi genitori, che dei suoi suoceri e questo carico può portare ad un’alterazione dell’equilibrio della coppia, non sempre positivo.
Bisogna ricordare che se la coppia funziona, la famiglia più o meno allargata ne beneficia, se la coppia va in sofferenza è necessario che ci si fermi a riflettere sulle alternative per non andare incontro a guai seri.
dott.ssa Giulia Parise
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