Secondo le statistiche, in Italia tradisce più o meno una coppia su due. Il gruppo dei traditori pare essere costituito dal 55% di uomini e 45% di donne. Il tradimento è uno di quegli eventi che scuotono profondamente la vita di coppia e mettono in forte crisi anche l’identità ed il sistema dei valori sia del traditore che del tradito. Molto spesso chi tradisce (soprattutto se non si tratta di una scappatella) si trova ad un certo punto nell’incapacità di gestire una situazione che gli è scappata di mano.
Perché si tradisce? Perché si mette a rischio tutto ciò che si ha di più caro, i propri valori, la sicurezza economica e affettiva, i rapporti sociali?
Chi sono io?
Uno dei motivi per cui si tradisce è il bisogno di rinnovarsi, per uscire cioè dallo schema/identità/maschera che ci ingessa e che ad un certo punto ci sta stretta. Sgretoliamo la nostra identità e ci sperimentiamo. Si può tradire infatti il partner per tradire sé stessi e i propri valori, per riscoprire sé stessi, per poter uscire dagli schemi ormai rigidi e da un’identità ormai troppo stretta e definita. Il partner, fra tutti, è quella persona con la quale ogni giorno ripetiamo azioni, parole, cliché, ossia quella persona con la quale riproponiamo schemi e gabbie relazionali, quella che ci ricorda costantemente quello che siamo diventati ed i nostri limiti. Quindi è anche attraverso la “distruzione” del partner che cerchiamo la rinascita.
Chi sei tu?
Spesso la reazione del partner tradito è proprio quella di non conoscere la persona che ha accanto: chi sei? Chi sei diventato? Chi eri e sei stato fino a questo momento? La realtà è che siamo molte persone e molte cose contemporaneamente, e che è impossibile conoscere l’altro e anche noi stessi fino in fondo. Per questo è importante mantenere degli spazi di reinvenzione, condivisione e crescita continua, con sé stessi e con il partner.
Va dove NON ti porta il cuore
Seguire il proprio cuore, infatti, è spesso confuso con seguire il proprio istinto… ma l’istinto che si attiva quando siamo in difficoltà o qualcosa ci fa soffrire, è l’istinto di fuga. Molto spesso i traditori non sanno esattamente cosa sia successo nella relazione di coppia per cui ad un certo punto si sono innamorati di qualcun altro. Sono pochi coloro che hanno colto i segnali di crisi della coppia, e ancor meno coloro che hanno cercato con tutte le forze di recuperare la relazione con il partner. Molti di più invece coloro che hanno trovato nel tradimento la loro personale soluzione, cercando e trovando altrove ciò di cui avevano bisogno, per poi svegliarsi un giorno stupiti e annichiliti dagli eventi, travolti da quanto è accaduto, che è “capitato”. Ciò che prima era un sollievo presenta il conto e chiama a scelte difficili, che richiedono quella presenza e quella responsabilità evitate fino a quel momento.
Che fare dopo il tradimento? Restare in un rapporto sicuro, ma poco entusiasmante, o rinunciare a tutto ciò che abbiamo costruito per inseguire la libertà e la passione? Si tratta di un dilemma che causa una sofferenza profonda e lacerante. Qualcuno vorrebbe poter tornare indietro, alla vita di coppia tranquilla e forse anche un po’ noiosa, ma sicura, prima che l’altro/a comparisse nella sua vita. La nostra carente educazione sentimentale troppo spesso ci porta appunto a seguire l’istinto, fuggire la frustrazione e a non considerare la responsabilità delle nostre azioni.
Prima di iniziare una storia parallela bisognerebbe domandarsi: dove mi porterà la strada che ho intrapreso, sto intraprendendo, o che vorrei percorrere?
Antonella Besa