I ricercatori hanno rilevato come i bambini dei papà sicuri di se stessi e che abbracciano felicemente il proprio ruolo genitoriale, mostrino meno problemi comportamentali ancor prima dell’arrivo dell’adolescenza. Uno studio dell’Università di Oxford ha evidenziato che il comportamento degli uomini in vista della paternità, molto prima della nascita del bambino, come anche i suoi sentimenti di sicurezza sia come padre che come partner, sono molto più importanti del suo coinvolgimento nella cura del piccolo e delle scelte relative alle faccende domestiche quando si tratta del comportamento futuro del figlio.
Maggie Redshaw, psicologa comportamentale e della salute, è una dei resposabili di questa ricerca: “Sono la connessione e la risposta emotiva che rendono a tutti gli effetti il genitore una figura che conta enormemente in relazione ai progressi cognitivi e comportamentali dei figli.”
Per questo studio sono stati intervistati dei genitori a diversi stadi della vita del bambino. È stato chiesto alle madri di stimare il comportamento dei figli a 9 e 11 anni, con delle domande per indagare su una varietà di problemi come il comportamento verso altri bambini, la loro tendenza all’irrequietezza, oppure relativamente alla volontà di condividere i propri giochi e la loro sicurezza all’interno di contesti non familiari. I papà, invece, hanno compilato dei questionari riguardanti il loro approccio e i sentimenti provati in vista del futuro ruolo di genitore rispettivamente a 8 settimane e 8 mesi dopo la nascita del piccolo, con domande concernenti quanto spesso aiutavano nei lavoro di casa, quanto si sentissero sicuri nel ruolo di genitori e quanto gli facesse piacere passare del tempo con il figlio.
I risultati hanno riguardato più di 6.300 bambini che vivevano con entrambi i genitori, almeno fino all’ottavo mese di età, e i ricercatori hanno scoperto che i padri dei bambini che manifestavano una maggiore sicurezza nell’essere genitori, e che erano più positivi da un punto di vista emotivo in relazione al loro ruolo, abbattevano le possibilità che il figlio manifestasse difficoltà comportamentali a 9 e 11 anni. In particolare, esaminando la risposta emotiva nei confronti dei bambini e tenendo in considerazione fattori quali sesso del piccolo, dimensione della famiglia e status socioeconomico, è stato registrato che per ogni punto sopra la media rilevata, la possibilità che il bambino manifestasse disturbi comportamentali diminuiva del 14% e dell’11% rispettivamente a 9 e 11 anni. Analogamente, per ogni punto sopra la media relativamente al senso di sicurezza dei padri nei confronti della figura genitoriale, le stesse probabilità erano minori del 13% e 11% per i bambini di 9 e 11 anni.
Insomma, i bravi papà non possono che crescere dei bravi figli.
Sara Forniz
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