La scelta dell’abito da sposa è forse il momento più speciale tra tutti i preparativi per le nozze, ma per riuscire a viverlo con serenità consiglio prima di tutto di prendersi in anticipo. È meglio cominciare a pensare a quale potrebbe essere il proprio stile e il modello dei sogni già 6 mesi prima del grande giorno: in questo modo ho tutto il tempo per conoscere la sposa e farmi conoscere a mia volta, capire i suoi gusti, cercare gli abiti che si avvicinano maggiormente a quelli delle foto che mi ha portato o provare a fare dei mix per creare l’abito che ha in mente.
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Poi ci sono i tempi tecnici, potrei non avere il tessuto in casa o magari in quantità insufficiente per tutte le spose che l’hanno chiesto, devo fare l’ordine ed aspettare che mi arrivi il materiale. La fretta è sempre una cattiva consigliera, è necessario che la sposa abbia il tempo necessario per riflettere con calma sulla sua scelta, guardarsi attorno andando anche da altri atelier, a patto che non abbia già le idee chiare.
Ad influire sulla scelta dell’abito sono anche le accompagnatrici, che spesso sostengono la sposa non in quello che la rende felice ma in ciò che piace a loro. Ho riscontrato questo atteggiamento soprattutto nelle madri e nelle sorelle, tendono ad essere un po’ più invasive o per frustrazione, non avendo ancora trovato il loro vestito, oppure perchè quando è toccato a loro hanno dovuto soddisfare i pareri altrui. È capitato che più di una sposa si sia messa a piangere proprio a causa della posizione in cui si è trovata, e in questo clima di stress e frustrazione cerco sempre di mediare, portando l’attenzione su quello che piace a lei. Consiglio sempre di venire in atelier da sola o per lo meno con delle persone attentamente selezionate, che siano effettivamente lì per lei o, semplicemente, di fidarsi del professionista a cui si è rivolta.
In alcuni casi, le accompagnatrici, possono percepire la mia figura come un nemico, perchè pensano che voglia portare la sposa alla scelta di quello che voglio io, per tornaconto personale. Il mio fine è quello di esaudire i desideri della sposa, sono a sua totale disposizione. Si tratta di prendersi cura della cliente, con la sua personalità, le sue caratteristiche e problematiche. Spesso questo non viene apprezzato pur trattandosi di un valore aggiunto. L’approvazione da parte del contesto è importante, dà sicurezza alla sposa, farla andare nel pallone, magari per un dettaglio che non è di proprio gusto, non è corretto, soprattutto alla luce del fatto che in questo momento anche le persone più decise sono facilmente influenzabili.
Dopo il primo incontro, una volta che ho ricevuto conferma dalla sposa della sua decisione, prendo le misure per poi fissare altre due o tre prove prima della consegna, di solito cinque incontri sono sufficienti.
Paola Toffoli
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