Sono sempre stata dell’idea che nella vita non avrei avuto figli. Non per altro, semplicemente non ho mai ritenuto di possedere un istinto materno all’altezza del nome.
Poi nel tempo, vuoi gli incontri giusti, vuoi la maturata consapevolezza di me, ho cambiato idea. Radicalmente. Ed in due anni e mezzo di figli ne ho fatti due.
Se con la prima gravidanza la noia era un vero e proprio strazio, con la seconda di certo non ho avuto nemmeno il tempo di intravederla, la noia. E se con la prima gravidanza riflettevo sul mio ruolo di madre e sul desiderio di dedicarmi completamente a questo nuovo incarico, con la seconda gravidanza e conseguente nascita, mi sono data una risposta definitiva.
Anche no!
Nel senso, non fraintendete, bellissimo fare la mamma ma preferisco continuare a lavorare!
Perchè? Semplicissimo!
Essere mamma è l’esperienza più totalizzante che una donna possa provare nella sua vita.
Verissimo, concordo in pieno, se non fosse che io, egoisticamente, ho scelto di non cancellarmi completamente per i miei figli, che amo, amo tantissimo. Ma mi concedo il lusso della palestra due giorni a settimana, dell’estetista, di massaggi, di uscite con le amiche (occasionali ma pur sempre valide), un secondo lavoretto che più che una professione è una passione, un blog da curare, ecc…
E tutto questo senza gravare sulla crescita dei miei figli.
Quando sono a casa, come tutti, ho le faccende domestiche da sbrigare, ma non rinuncio a passare del tempo con loro ed a proporre sempre qualcosa di accattivante da fare insieme. Non abbiamo la domestica (magari!) ma contiamo solo sulle nostre forze e se talvolta scegliamo di saltare il nostro relax per finire qualche lavoretto di casa prima di dedicarci nuovamente ai bambini è solo perchè, senza bambini attaccati alla gamba, si va più veloci a far tutto (provare per credere!).
Questione di scelte.
Essere mamma ti stravolge la vita, completamente, nei tempi, nei modi, in tutto.
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Come dare torto a questa grande verità.
Certo i miei outfit del venerdì sera mediamente si riassumono in pigiama, calze (a seconda della stagione), telecomando, montagne di cuscini, luci soffuse, bambini a letto e… una sonora ronfata sul divano puntualmente dopo 5 minuti dall’inizio del programma scelto.
Certo l’aperitivo, l’apericena, l’aperidopocena sono solo un appuntamento sporadico tra amiche (che poi ci riduciamo a parlare di figli tutto il tempo, bah).
Ma i miei figli non ci hanno mai limitato in nulla. Siamo sempre stati ovunque, con chiunque a qualsiasi ora. I miei figli se hanno sonno dormono, se non hanno sonno partecipano.
Come quel capodanno a far brillare stelline magiche fino alle 02.00 di notte in strada con Nicolò, in fascia, che aveva appena 21 giorni di vita. O come quella volta che abbiamo deciso di intrattenerci con amici nel pomeriggio, per cena e nel dopocena fino alle 01.30 della notte. Ed i bambini in totale erano cinque ed il più grande aveva appena 5 anni e mezzo. O ancora, come quella volta in cui organizzammo un weekend in tenda nel giardino dei nonni, finendo per addormentarci a notte tarda e svegliarci all’alba.
E tutti siamo arrivati fino a qua felici e soddisfatti.
Nessuno ha rinunciato a nulla (ma a volte i tempi dei bambini possono essere un ottima giustificazione per saltare qualche appuntamento).
Siamo degli snaturati? Probabilmente si.
Total mum? Anche no!
Ho sempre amato il mio lavoro e sebbene rientrare nell’ambiente lavorativo dopo la gravidanza, con due bambini piccoli, non sia esattamente una passeggiata ma non potrei mai fare la mamma completamente. Spesa, lavatrice, casa, pranzo, pannolini, stendi biancheria, lavatrice ancora, cena non sono certo alla mia misura.
Amo la mia casa e curarla, ma proprio fare la casalinga non è per me.
Massimo rispetto per quelle sante donne che di lavoro “non lavorano” come tutti ignorantemente diciamo.
Solo chi ha provato a far la casalinga o lo è sa di cosa parlo. E massimo rispetto per chi fa un lavoro da casa. Con i miei bambini è un miracolo se riesco a fare la pipì con la porta chiusa!
Ma io a fare la total mum andrei di matto.
Lavorare mi costringe ad incastrare degli orari improbabili, ma godo del privilegio di una pausa caffè in silenzio e tutta calma (vuoi mettere a casa?).
Lavorare mi costringe a macinare chilometri in auto e tempi improponibili in colonna, ma ogni giorno vedo posso dire di vedere un panorama diverso da quello delle finestre di casa, parlo con il benzinaio, impreco contro gli automobilisti lenti, incontro gente che attraversa la strada di tutta fretta ringraziandomi, rido per le battute alla radio nel mio programma preferito, insomma faccio pubbliche relazioni.
Lavorare mi costringe a scegliere ogni giorno un abbigliamento ordinato, pulito e consono al mio ruolo insegnandomi nuovamente che c’è un mondo là fuori, oltre al pigiama.
Lavorare mi costringe a stendere un po’ di trucco la mattina e sistemare i capelli per essere meno spaventosa ed un po’ più social (il sabato non lavoro perciò se passate da casa per un caffè, avvisatemi prima).
Lavorare mi costringe a sorridere, ad essere accogliente e soprattutto efficiente anche se in quel momento dentro di me sta esplodendo uno sbadiglio di proporzioni enormi e vorrei che fosse sabato (che poi al sabato mica si dorme eh!).
Lavorare mi costringe a sottostare ad una serie di taciti accordi e compromessi ai quali però ho volutamente scelto di scendere perchè non mi vedrei diversamente, non mi vedrei mai una total mum.
Forse mai.
Sicuramente non ora.
O per lo meno fino a che i miei figli non saranno un po’ più grandi e più autonomi (e magari andranno a scuola il sabato mattina).
Elizabeth Tagliavini
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