La gravidanza in adolescenza è un problema globale e presenta diverse conseguenze sia sotto il profilo fisico che psichico e sociale. Nonostante l’ingente quantità di informazione che oggi i giovani possono reperire da più fonti, il fenomeno rimane particolarmente frequente, soprattutto nel mondo occidentale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 16 milioni di ragazze adolescenti tra i 15 e i 19 anni partoriscono ogni anno, rappresentando circa l’11% di tutte le nascite su scala mondiale. Il 95% di queste nascite si verificano in Paesi dal basso o medio livello socioeconomico, mentre in quelli sviluppati, secondo studi internazionali, circa 1 adolescente su 10 ha almeno una gravidanza indesiderata.
Le ragioni principali a cui è dovuto il fenomeno della gravidanza in adolescenza sono le seguenti:
- Mancato uso della contraccezione;
- Carenza di informazioni;
- Maggiore attività sessuale;
- Aumento della fertilità in questa fascia d’età.
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Rimanere incinta quando si è giovani, volontariamente oppure no, si verifica molto facilmente: il 50% di queste avviene durante il primi 6 mesi dall’inizio del rapporto sessuale. Il 99% di queste situazioni impreviste sono indesiderate e scatenano delle ripercussioni emozionali molto forti. La realtà della maternità adolescenziale non ha nulla a che vedere con le fantasie giovanili, si tratta di un evento destabilizzante che scatena una tempesta di emozioni. Molte ragazze ammettono di essere sconvolte, impietrite. Solitamente le reazioni includono anche rabbia, senso di colpa e negazione. Quest’ultima può essere particolarmente pericolosa in quanto è in grado di inibire totalmente l’intenzione della ragazza di chiedere la necessaria assistenza medica.
Il modo violento con cui ragazze e ragazzi si trovano a vestire improvvisamente il ruolo genitoriale, passando nel mondo adulto, è spaventoso. I sogni giovanili, i piani, lo spensierato periodo scolastico e il romanticismo della relazione, vengono da un momento all’altro separati da un divario enorme dopo aver compreso la dura realtà. L’incubo inizia con il ritardo del ciclo mestruale, un momento in cui la vita dell’adolescente è appesa al risultato del test. La coppia inizia a sentirsi in colpa e si trova in estrema difficoltà a parlarne con i genitori per paura della loro reazione, specialmente se non sospettano dell’inizio dell’attività sessuale. I pensieri più ricorrenti sono “Ho paura, che farò? Che ne sarà dei miei sogni? Come lo dirò ai miei genitori? Mi uccideranno!”.
La decisione da prendere è tutt’altro che semplice e le opzioni sembrano essere le seguenti:
a. Tenere il bambino b. Dare il bambino in adozione c. Abortire
Simile è l’agonia e l’imbarazzo dei genitori davanti al fatto compiuto non appena ne vengono informati, tanto che le situazioni di conflitto e disperazione sono frequenti.
La prevenzione è fondamentale per scongiurare il rischio di gravidanze indesiderate e deve essere lo stesso nucleo familiare a dare le informazioni riguardanti la sessualità. A rinforzare l’educazione, e quindi la consapevolezza dei ragazzi, ci deve pensare la scuola, magari già durante gli anni delle medie, parlando di malattie sessualmente trasmissibili (MST) e gestione del comportamento sessuale. In questo modo è possibile infondere nei giovani, in tempo utile, approcci e compotamenti positivi.
Evgenia Gasteratou
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