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Sex Robot: il futuro del sesso e della relazione di coppia

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Roxxxy, Denyse, Isabel e Robert non sono i personaggi di una nuova serie su Netflix, bensì robot di ultima generazione progettati per soddisfare i desideri sessuali degli esseri umani.

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David Levy, uno dei massimi esperti mal mondo di robotica e intelligenza artificiale, sostiene che entro la fine del 2017 potrebbe uscire sul mercato, ad un costo di circa 10-15.000 euro, il primo sex robot. Saranno macchine dalle sembianze umane in tutto e per tutto: grazie a tecnologie e materiali particolarmente all’avanguardia avranno la pelle incredibilmente realistica (parti intime comprese) oltre ad una capacità di interazione con l’uomo al limite dell’inquietante. Oltre a riconoscere l’interlocutore ne comprenderanno stato d’animo e preferenze. Risponderanno anche a specifiche stimolazioni di natura vocale, visiva e tattile e saranno in grado di sostenere una conversazione semplice. Non solo: grazie ai micromotori i robot saranno in grado di riprodurre qualsiasi movimento e per scaricare aggiornamenti e nuove funzionalità sarà sufficiente una connessione a Internet.

MacMullen, fondatore e proprietario di Real Doll, azienda americana che realizza bambole per il sesso tra le più realistiche sul mercato, spiega: “Il nostro obiettivo è quello di far sviluppare un attaccamento emotivo non solo al robot, ma alla sua personalità digitale“. Per questo la bambola Denise, una delle più evolute in commercio, verrà presto equipaggiata con diverse personalità, potrà essere timida, passionale, romantica, ecc… a seconda dei gusti dell’acquirente.

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Levy, nel suo libro Love and sex with robots, sostiene che questo obiettivo sia concretamente raggiungibile. Far sì che l’uomo si innamori di una macchina non è così complicato se il robot viene programmato in tal senso. I comportamenti affettuosi del robot, infatti, riuscirebbero ad innescare l’innamoramento umano. A chi solleva qualche perplessità Levy sostiene: “L’idea di instaurare una relazione affettiva o fisica con un robot potrà sembrare strana ai più, ma pensate a come Internet e le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di approcciare il sesso e le relazioni interpersonali. Lo stesso concetto di “strano” in campo sessuale è destinato ad evolversi piuttosto in fretta: molte pratiche oggi ritenute normali un secolo fa erano censurate socialmente o addirittura vietate dalla legge”.

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Le perplessità in merito ad un argomento così scottante nascono da più fronti: gli psicologi mettono in guardia dall’utilizzo dei robot come potenziali surrogati delle relazioni autentiche, segnalando anche il rischio di un’estremizzazione delle dinamiche e delle patologie legate al consumo compulsivo di pornografia online. La domanda nasce spontanea: in che modo ci si relazionerà con le persone da un punto di vista sentimentale, se l’unico metro di paragone sarà una macchina progettata per compiacere ogni nostra pulsione?

Un’altra questione spinosa è legata alla figura femminile: “I sex robot rendono esplicito il fatto che le donne sono considerate meno che umane e che servono solo per i desideri sessuali maschili. Non solo: alle persone viene detto che possono avere una relazione con questi oggetti. Ma se gli esseri umani possono relazionarsi con un oggetto, l’oggetto non può relazionarsi con loro”, denuncia Kathleen Richardson. La ricercatrice in etica della robotica alla DeMonfort University, si è fatta promotrice della campagna Against Sex Robots, per svolgere un’attività di sensibilizzazione contro le macchine del sesso.

 

Sara Forniz

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Ho conseguito la laurea magistrale in Turismo del 2013 concludendo il percorso di studi che avevo iniziato mossa dal profondo interesse per questo settore, all'interno del quale ho maturato diverse esperienze lavorative. Parallelamente ho continuato ad alimentare le mie competenze nell'organizzazione di eventi, anche in ambito culturale. Sono affascinata dalle scienze del comportamento, dalle civiltà antiche e dall'antropologia, amo la musica e l'arte.


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