[quote]Non voglio le donne fuori dal porno,
le voglio NEL porno, dall’altra parte dell’obiettivo.
Le voglio produttrici, registe, sceneggiatrici. (Erika Lust)[/quote]
Secondo una statistica di Pornhub (portale di film porno) nel 2016 le fruitrici donne di film porno sono il 26%, contro il 74%di un pubblico maschile. Al di là dell’ovvia considerazione culturale per cui storicamente sono i maschi che fruiscono del porno, in quanto più soggetti ad un’eccitazione di tipo visivo e più sfrontati quando si tratta di sesso, sta emergendo comunque un pubblico femminile che, vista la facilità di accesso attraverso internet, sta prendendo coraggio e si sta avvicinando al mondo del porno.
La stragrande maggioranza di film porno è costruita per un pubblico maschile quindi incarna lo stereotipo che la società ha insegnato loro: la donna come oggetto sessuale utile solo a dare piacere. Di solito sono film senza trama, con uomini e donne superdotati, l’attenzione è posta sull’amplesso, le scene sono nude e crude.
Le donne ai primi approcci possono trovare eccitanti questi film, ma dopo un po’ si annoiano. Che fare allora? Arrendersi ancora una volta agli stereotipi e adattarsi ai modelli imperanti? Colpo di scena e cosa ignota ai più, esiste un porno al femminile, prodotto e girato da donne per le donne.
Erika Lust
Una delle maggiori esponenti del porno al femminile è Erika Lust, studiosa femminista di Scienze Politiche e Studi di Genere originaria della Svezia, che ha fatto carriera come regista di film porno a Barcellona. Il pensiero di Erika Lust è che “Il porno non è solo porno, è una discussione sulla società, sui ruoli di genere e sul potere. Peccato che questa conversazione sia portata avanti solo da uomini“.
Che caratteristiche ha il porno per lei, rispetto a quello per lui?
1. Esiste una trama, benché mirata al rapporto sessuale, e i dialoghi sono più elaborati.
2. Le situazioni e gli ambienti sono verosimili e realistici, danno spazio alle emozioni e alla sensualità. Quindi sono banditi i dettagli anatomici e le zoomate grottesche. Il tutto girato in ambienti decenti, arredati con gusto e illuminati da luci soft: squallore e fari da sala operatoria sono out.
3. I protagonisti sono più aderenti alla realtà, uomini e donne “normali”. Banditi i superdotati o troppo appariscenti. Alle donne piacciono anche gli uomini che evitano la ceretta total body, giusto?
4. Le donne non sono oggetti sessuali. Le protagoniste non sono Lolite da sedurre e non sono bambole parzialmente animate nelle mani del partner. Le donne di Erika Lust sono sempre consenzienti ed esprimono il loro pensiero su ciò che a loro piace e ciò che no. Soprattutto, sesso orale solo se reciproco (non un servizio della donna per l’uomo).